Il territorio di Monterenzio, adagiato tra le valli dei torrenti Sillaro ed Idice, costituisce uno dei più ampi comuni dell’Appennino sud orientale della provincia di Bologna. La sua particolare conformazione lo vede estendersi lungo le due valli, a partire da pochi chilometri a sud della via Emilia per terminare al confine con la Toscana.
Dal punto di vista insediativo non è individuabile un centro storico attorno al quale, nel tempo, si sia sviluppata una periferia, bensì è riscontrabile la presenza di diverse frazioni.
Ciò è imputabile, oltre a ragioni storiche, alla particolare morfologia del territorio che da sempre ha impedito l’espansione di un unico nucleo a favore invece di una realtà policentrica. Il comune di Monterenzio, nel suo attuale assetto databile 1860, è il risultato dell’aggregazione di 11 antiche comunità locali ancora oggi presenti anche se popolate in maniera tra loro molto diversa: Pizzano, Vignale, Sassuno, Farneto, Rignano, Monterenzio, Cassano, Castelnuovo, Bisano, San Benedetto del Querceto e Villa di Sassonero.
Tutte in passato dotate di chiese parrocchiali presenti già nel 1300 ed alcune ancora oggi visibili seppur modificate, molte delle comunità erano fornite di castello o rocca fortificata ormai scomparsi, e costituivano i nuclei insediativi attorno ai quali si distribuiva la popolazione.
Le ovvie ragioni difensive imposero l’ubicazione di quasi tutti i borghi in posizioni elevate per una più facile sorveglianza del territorio.
Sui fondovalle, invece, sorgevano i numerosi mulini ad acqua fondamentali per la sussistenza e la socializzazione della popolazione, dei quali restano però oggi solo pochissimi esempi.
Lo spostamento a valle di alcuni insediamenti risale agli inizi del ‘900 ma ebbe un notevole impulso solo a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale, quando per comodità fu preferita la ricostruzione in prossimità delle nuove arterie stradali. Ne sono un esempio gli attuali insediamenti di Cà di Bazzone, Monterenzio capoluogo, Savazza e San Clemente. Un ulteriore consistente impulso allo sviluppo edilizio si ebbe poi negli anni ’60 quando Monterenzio era considerata località di villeggiatura. Ma molto remota è la presenza dell’uomo in questi territori: i romani già nel III° secolo a. C. conquistarono queste terre sulle quali vi edificarono la Flaminia Minor che per secoli fu l’unica strada del territorio.
Il nome stesso di Monterenzio testimonia la presenza dei romani, derivando dal toponimo latino Mons Renzuli monte posto a levante dall’attuale capoluogo.
I romani conquistatori scacciarono poi i Celti insediati a Monte Bibele, a loro volta subentrati agli Etruschi.
Mentre al Paleolitico risalgono i rinvenimenti più remoti della presenza dell’uomo primitivo in questi territori. Da un punto di vista ambientale il comune risulta un aggregato di aree originatesi in periodi diversi.
Il nome stesso di Monterenzio testimonia la presenza dei romani, derivando dal toponimo latino Mons Renzuli monte posto a levante dall’attuale capoluogo. I romani conquistatori scacciarono poi i Celti insediati a Monte Bibele, a loro volta subentrati agli Etruschi. Mentre al Paleolitico risalgono i rinvenimenti più remoti della presenza dell’uomo primitivo in questi territori. Da un punto di vista ambientale il comune risulta un aggregato di aree originatesi in periodi diversi.
A Pizzano-Cà di Bazzone (oggi la frazione più popolata) la genesi del territorio è riconducibile a 5 milioni di anni fa.
Qui il fiume Idice scorre tra le ripide pareti di arenaria che preannunciano l’inizio del Contrafforte Pliocenico.
[Valle dell'Idice verso Sud]
E proprio Pizzano diede i natali a Tommaso, medico-astrologo padre di Cristina da Pizzano fanciulla che cresciuta in Francia presso la corte di Carlo V, divenne la scrittrice di lingua francese più importante del XIV°- XV° secolo.
Poco oltre il nucleo dell’odierno capoluogo, su cui domina imponente e maestoso il massiccio del Monte delle Formiche con il suo santuario (che rientra nel comune di Pianoro solo per pochi metri) l’origine geologica risale invece a circa 8 milioni di anni fa. Percorrendo ancora verso sud la Provinciale Valle Idice, oggi principale via di comunicazione ma inesistente fino al 1871 quando l’unica “strada” di fondovalle era via del Fiume, ossia il greto stesso del fiume Idice, si arriva alla frazione di Bisano con la suggestiva chiesa di S. Alessandro arroccata su di uno sperone di roccia.
Qui l’origine del territorio risale a 20 milioni di anni fa. Sempre a Bisano nel 1847 fu avviata l’estrazione del rame, di cui se ne conosceva la presenza già dalla metà del ’600, che proseguì per una ventina d’anni quando l’attività terminò perché non più remunerativa.Oggi restano solo gli ingressi degli oltre 2 Km di gallerie che, disposte su 10 piani, arrivavano a toccare i 300 metri di profondità. L’ultima frazione che si incontra prima di uscire dal territorio comunale, è San Benedetto del Querceto che sorge su terreni originatisi 70 milioni di anni fa.
Anche questa località, che per una settantina d’anni a partire dal 1865 fu scorporata dal territorio di Monterenzio ed annessa a quello di Loiano, si è sviluppata in maniera significativa solo dal 1915 grazie al prolungamento della Strada Provinciale Idice. Parallela alla valle dell’Idice si trova, ad est, la valle del fiume Sillaro.
L’alta vallata è di origini geologiche molto antiche.
Qui la preponderante natura argillosa del suolo limita e condiziona notevolmente la vegetazione, conferendo al paesaggio un aspetto spoglio caratterizzato da ampi pascoli interrotti da macchie boschive di roverella.
Le frazioni di Rignano e Sassonero poste, nella medio alta valle, fanno capo al comune di Monterenzio. A Sassonero, nel 1853, venne attivata per una decina di anni una miniera di rame e furono compiute numerose indagini esplorative nei dintorni. L’estrazione fu però sospesa per la presenza non significativa del minerale.
Lo sviluppo demografico di questa vallata, almeno nell’alto corso, è ancora oggi molto lontano dai livelli che caratterizzano la valle dell’Idice. Ciò rende l’ambiente estremamente tranquillo ed incontaminato, dove la natura domina incontrastata la scena, diventando spesso meta di pomeriggi domenicali al fiume.
Un territorio, quello di Monterenzio, frutto quindi dell’aggregazione di una molteplicità di ambienti diversi, di millenarie vicende storiche e di una moltitudine di ricchezze culturali che contribuiscono ad animarlo ed a renderlo non solo un luogo in cui vivere ma un luogo da vivere.